Esiste un Segreto per Sbrigare Tutte le Faccende Domestiche col Sorriso? Si: Non Farle.

Esiste un segreto per sbrigare tutte le faccende domestiche col sorriso? Ce ne propinano di tutti i tipi, ovunque.  Libri, manuali, esperti. Riviste, social, programmi tv. Esistono perfino corsi appositi. Io dico: beato chi ci riesce. A farsi piacere queste cose, intendo. Io, non appartengo alla categoria. E l’unica cosa che mi fa tornare il sorriso, parlando di lavori di casa, è non farli. Ma c’è un problema, enorme: sono nata FEMMINA.

Il mio compagno, forse l’uomo meno maschilista del pianeta, che se ne esce con un “non può farti schifo TUTTO! Possibile che non ti piaccia niente? E stirare no, e pulire no, e cucinare no…” distruggendo, in due secondi netti, anni e anni di emancipazione femminile. Mia mamma, che lo segue a ruota: “ci dovrà pur essere qualcosa che ti piace fare scusa, non può non piacerti NIENTE!”. Ecco, lei praticamente sui cocci distrutti ci salta proprio sopra, per essere certa che non resti nulla di intatto. 

Le parole sono importanti, la scelta delle parole crea la nostra realtà, e fermiamoci dunque ad analizzare queste frasi, che avrete sentito di certo pure voi. Questi “tutto” e “niente” buttati così, come se fosse automatico che essendo donna, o peggio ancora, donna con famiglia! debba per forza esserci, tra le faccende domestiche, qualcosa che piaccia. L’idea che possa piacere altro, tipo leggersi un libro, no, non è contemplata. Perchè sei donna, ti sei riprodotta, ergo dovrai lavare, stirare, cucinare, riassettare per il resto dei tuoi giorni, e possibilmente col sorriso. 

La colf è ammessa ma attenzione, solo se lavori un numero di ore fuori casa tale per cui è accettabile che non ti resti il tempo per casa tua. Se non guadagni uno sproposito e se non esci alle cinque per tornare alle otto insomma, pagare una per pulirti casa fa di te una brutta persona. E le donne queste cose non le fanno! 

E attenzione sempre alle parole, queste alternative che spaziano solo tra le mura domestiche, che non contemplano altro: non ti piace pulire i vetri? Beh, ti piacerà rammendare calzini! Odi stirare? Ok, ti piacerà cucinare! E invece no, guarda un po’, mi fa schifo sia pulire che cucinare, stirare non ne parliamo e rammendare non so bene nemmeno che significa. Peggio che bestemmiare in chiesa, lo so.  E arriva, inevitabile, la domanda: 

“E allora perché sei andata a convivere? Perchè hai fatto figli?” 

Fermiamoci un attimo. Un binario univoco, una e una sola possibilità: o resti da sola e puoi pure diventare una gattara svalvolata e accumulatrice seriale, tipo “sepolti in casa”, ma se osi accoppiarti o peggio ancora riprodurti, giammai! sei donna, devi amare tenere pulita e in ordine la tua casetta, con tanto di zuppa fumante che attende il rientro dei tuoi cari la sera. Zuppa fresca, guai se osi scongelare o prendere cibo pronto, scusa ma eri a casa oggi, scherzi? 

Io, per far arrabbiare mia mamma, le dico sempre che se scongelo del minestrone, nel tempo che ci avrei impiegato a farlo partendo dalle verdure fresche, mi leggo quasi un libro intero. Lei si inalbera ogni volta. “Un libro… ma come si fa a stare sul divano a leggere un libro, al pomeriggio! Ma devi occuparti della tua casa, prenderti cura dei tuoi bambini!” 

Mamma, lo so, per te è inconcepibile e vai benissimo così come sei. Eppure per me, leggere un libro lo È, prendermi cura dei bambini. 

E non solo di loro. 

Poi il minestrone lo prendo dalla mia contadina di fiducia, che me lo fa tutto a cubettini delle stesse dimensioni con le verdure di stagione. Io, una cosa del genere, nemmeno nella prossima vita.
Rumino Ergo Sum