Gli Anni Ottanta… Tra i Banchi di Scuola!

Ebbene si, con la saga dei diari scolastici e gli anni Novanta, ci ho decisamente preso gusto. Lo ammetto. Una lunga convalescenza mi ha costretta in casa, e ne ho approfittato per rituffarmi nel passato sfogliando le mie vecchie Smemorande dei tempi delle medie e delle superiori, appassionandomi a tal punto che, esauriti i diari, mi sono andata a riprendere dai miei genitori pure tutti i vecchi quaderni delle elementari, che mia mamma saggiamente aveva conservato.
E così, dopo gli anni Novanta, sono ripiombata in pieno nei mitici, meravigliosi, indimenticabili anni Ottanta! Ho riletto temi che non ricordavo, mi sono ritrovata a ridere da sola di cose che mi sembra pazzesco avere anche solo pensato, figuriamoci scritto…
Se avete anche voi il “privilegio” di aver conservato i vostri vecchi quaderni, prendetevi del tempo per rileggerli, almeno quelli di italiano: vi assicuro che ne varrà la pena! Intanto, se ne avete voglia, ecco i miei: se con i diari abbiamo fatto un bel tuffo negli anni Novanta (se non avete letto i post, li trovate qua, in questa stessa sezione “Amarcord”), con i quaderni state pronti a ripiombare di colpo nei mitici ANNI OTTANTA!

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I Diari Scolastici degli Anni Novanta – Parte Terza

Eccoci al terzo e ultimo pezzo dedicato ai diari degli anni Novanta. Se vi siete persi i primi due, potete trovarli qua:

I DIARI SCOLASTICI DEGLI ANNI NOVANTA – PARTE PRIMA

I DIARI SCOLASTICI DEGLI ANNI NOVANTA – PARTE SECONDA

Una delle cose più interessanti che ho notato, in questa lunga e divertente “immersione” negli anni Novanta, è che i nostri diari scolastici non erano personali, non erano “territorio privato”, nonostante ci riversassimo dentro pensieri ed emozioni personalissime, intime, che a leggere oggi certe cose sembrano quasi più diari segreti che diari scolastici…  i diari erano qualcosa da vivere e condividere, il più possibile.
Chiunque avesse tra le mani la nostra Smemoranda si sentiva nel sacrosanto diritto di dire la sua su qualsiasi argomento, ritaglio, dedica, e si creavano dei botta e risposta (anche tra amiche che nemmeno si conoscevano tra loro) che ricordano moltissimo i social di oggi…
Chissà, forse i precursori delle chat di gruppo di Whatsapp sono state proprio le pagine dei nostri diari!

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I Diari Scolastici degli Anni Novanta – Parte Seconda

Se vi è piaciuta la prima parte di questa “ricerca antropologica” relativa agli anni ’90 fondata sui diari scolastici, benvenuti nella seconda parte, dedicata alle scuole superiori!
(se vi siete persi la prima parte, la trovate qua: I Diari Scolastici degli Anni Novanta – Parte Prima)
Come si evince già dalla copertina, negli anni ’90, “pocciare” i diari alle superiori era un must.
E pocciare, dalle mie parti, se normalmente significa abbruttire, nel caso specifico del diario assumeva una connotazione tutta sua: pocciami il diario voleva dire decoramelo, abbelliscilo come meglio credi, fanne ciò che vuoi, basta che lasci un segno. Funzionava così.
Dedicavamo ore e ore a sfumare scritte che sembravano murales e i compiti li annotavamo male e in fretta nello spazio rimasto.
Sempre che ne rimanesse…

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I Diari Scolastici degli Anni Novanta – Parte Prima

I nostri diari scolastici… ve li ricordate? Secondo me, si. Impossibile dimenticarli. Se le medie e le superiori le avete fatte più o meno negli anni ’90, come me… il diario ve lo ricordate sicuramente! Perché a quei tempi non era un semplice “diario scolastico”, quanto piuttosto uno status symbol, uno stile di vita, un must.
Intorno ai nostri diari ci ruotava l’intera nostra vita, tutto il fitto e intricato tessuto di relazioni sociali, scolastiche e non solo.
Non avevamo i cellulari, non avevamo i social, e i pomeriggi li passavamo a trasformare i nostri diari in autentici capolavori, testimonianze solide e concrete della nostra adolescenza traboccante di vita e di passione… vita che prima o poi, in un qualche modo, finiva tutta inesorabilmente sul diario, bella o brutta che fosse.
Tutto passava di lì.
Il diario era la cartina tornasole del nostro micro mondo, lo specchio del nostro animo ribelle e il baluardo della nostra autenticità.

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